CARTOLINE DA GUANTANAMO
Nel 2013 erano oltre 600, accampati abusivamente al Foro Boario nella tendopoli che gli stessi migranti hanno chiamato Guantanamò, non tanto per il tristemente noto campo di prigionia quanto per una canzone ivoriana di grande successo che parla di come puoi trovarti per errore o per sfortuna in una condizione di privazione della libertà.
Un vero e proprio villaggio, un pezzo d’Africa ai margini della benestante Saluzzo: con il barbiere, il tabaccaio, il meccanico, le piazze per chiacchierare e giocare a dama e carte. Luogo dove approdano i nuovi arrivati, da cui si parte per cercare un lavoro o per andare al lavoro, luogo dove anche i migranti ospiti nelle strutture di accoglienza trascorrono il tempo libero.
Luogo senza acqua, corrente elettrica, servizi igienici
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ACCOGLIAMOLI TUTTI!
I fatti della stagione che giunge al termine
Dossier
a cura del Comitato Antirazzista Saluzzese
- Cronologia dei fatti
- Relazione lavoro
- Relazione sanitaria
- Report sportello legale
- Relazione corso alfabetizzazione
ACCOGLIAMOLI TUTTI [comitato antirazzist
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cartolina 6 aprile 2013 da Rosarno a Saluzzo
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comitato antirazzista saluzzese 2012
in un unico file un po' di storia del 2012
quasi tutto l'accaduto con un Altro punto di vista.
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una lunga estate calda
i fatti e i numeri del 2012 in un pieghevole
una lunga estate calda.pdf
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cartoline da saluzzo
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DI QUA' NON SONO LIBERO
Nelle storie raccolte in questo libro ci sono traiettorie tutte simili,
e pure tutte irriducibilmente uniche, singolari. In ognuna si trova
quell’accento, quella variazione sul tema, che restituisce quel volto
lì, quella voce lì che l’hanno raccontata, e che noi lettori non fatichiamo
a immaginare. C’è quella verità che sta a ognuno di noi
salvare.
Quelle verità gli antirazzisti di Saluzzo le hanno incontrate nel magazzino
della stazione dove hanno trovato rifugio i raccoglitori di
kiwi, pesche e mele affluiti da tutta Italia. Hanno ascoltato quelle
storie, e hanno deciso di custodirle facendone libro e trasmettendole.
Sono storie di ragazzi africani che raccontano il loro viaggio e la
loro vicenda italiana, fino all’arrivo a Saluzzo. Nei loro tragitti hanno
incarnato ruoli che – se non fossimo obnubilati da quello che
un vecchio filosofo chiamava “feticismo della merce” - sapremmo
già essere parte integrante della vita quotidiana di noi tutti: hanno
raccolto pomodo
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